
Un appuntamento d'inizio estate con il musicista, scrittore e artista multidisciplinare Massimo Zamboni, il quale sarà intervistato dal sottoscritto à propòs di tale sua ultima fatica letteraria recentemente edita da Donzelli nella collana "Poesia".
Anti-personaggio storico del rock italiano dell'ultimo trentennio, il suddetto ha fatto scuola a generazioni indie (e non) grazie ai gruppi CCCP e CSI, da lui fondati e animati assieme a Giovanni Lindo Ferretti – altra bella personalità e avventuroso animo.
I due, di darsi a una libera (o libertaria...) docenza siffatta, neanche ci pensavano e neppure invero l'hanno fatto. Fatto sta che se si vogliono intendere un po' ammodo – a partire dai quantomai mitizzati o strapazzati anni '80 – dei caratteri evolutivi della nostra musica Pop Rock Punk & Co. e addirittura pure dell'arte in genere, oltreché della stessa Storia (udite! udite!) d'Italia, bisogna passare proprio da loro. O, perlomeno, è altamente consigliabile. Di certo, il trip rischia di sorprendere e affascinare, schiudendo feconde visuali eterodosse sul passato.
Intanto, si passi però dal più riccioluto e introverso della strana coppia: sperimentatore curioso e impavido che, col nuovo millennio, ha fatto emergere un talento poliedrico di letterato e romanziere pubblicando con grandi case editrici così come con piccole e indipendenti.
Nei suoi componimenti, scritti e romanzi, uno degli elementi cardine (se non quello decisivo) è il tòpos del viaggio: espressione di inquietudine esistenziale e di domande disparate in diuturno movimento (ma scordatevi ottocentesche romanticherie, cocchi!) che infatti, nella raccolta poetica ora in questione, si sono riversate in un attraversamento zingaro tutt'altro che riepilogativo – arricchito, anzi, di scritture di complemento ed espansione dei testi concepiti per gli ultimi tre suoi album musicali da solista. Perché mettere su carta le parole di canzoni, senza il supporto della musica, è indubbiamente un piano diverso di prospettiva; significa esporle con coraggio in tutta la loro vergata nudità affinché possano reggere l'urto di una ricezione meno mediata, per verificarne quindi la forza di comunicazione intersoggettiva e l'impatto emotivo capace, in potenza, di creare scosse interne in chi è desideroso di cambiamenti. Ovvero, in colui che serba in sé il seme di mille e una Resurrezioni ad altre vite continuamente a venire: ogni volta elevate di livello, dimensione e rischiarante luminosità. Meglio se traversando il buio o crepacci di crisi e isolamento, poiché il dislivello genera maggiore energia e intensità.
Un incontro live, quello di mercoledì 22 giugno, consigliato pertanto a tutti gli amanti dei pensieri acuminati e profondi, levigati e scavati da interrogativi talvolta impietosi, senza sconti, com'è giusto che sia del resto quando si è in cerca di un'autenticità di vita. Ed il Nostro, decisamente è in cerca; e mica sta tanto lì a contarsela o a lamentarsi di 'sti tempi smarriti nella vacuità e nell'apparente mancanza di orizzonti alternativi a quelli dati e di già bruciati o occlusi.
Non per niente, parte consistente del suo tempo lo dedica alla terra facendo il contadino: curandosi perciò della nascita, crescita e perpetuazione cangiante della flora, della fauna, della specie vegetale e animale (tra cui v'è, orbene, l'essere umano), puntando a una docile assidua consonanza con ritmi, tempi e manifestazioni della Natura.
Sicché, in fondo, questo incontro live è consigliato a chiunque: basta ci sia voglia e desiderio di aprirsi e rinnovarsi.
Per cui, disporsi ad ascoltare è essenziale. Semina dell'attenzione a Conoscere, Scoprire e Imparare.
Intanto, si passi però dal più riccioluto e introverso della strana coppia: sperimentatore curioso e impavido che, col nuovo millennio, ha fatto emergere un talento poliedrico di letterato e romanziere pubblicando con grandi case editrici così come con piccole e indipendenti.
Nei suoi componimenti, scritti e romanzi, uno degli elementi cardine (se non quello decisivo) è il tòpos del viaggio: espressione di inquietudine esistenziale e di domande disparate in diuturno movimento (ma scordatevi ottocentesche romanticherie, cocchi!) che infatti, nella raccolta poetica ora in questione, si sono riversate in un attraversamento zingaro tutt'altro che riepilogativo – arricchito, anzi, di scritture di complemento ed espansione dei testi concepiti per gli ultimi tre suoi album musicali da solista. Perché mettere su carta le parole di canzoni, senza il supporto della musica, è indubbiamente un piano diverso di prospettiva; significa esporle con coraggio in tutta la loro vergata nudità affinché possano reggere l'urto di una ricezione meno mediata, per verificarne quindi la forza di comunicazione intersoggettiva e l'impatto emotivo capace, in potenza, di creare scosse interne in chi è desideroso di cambiamenti. Ovvero, in colui che serba in sé il seme di mille e una Resurrezioni ad altre vite continuamente a venire: ogni volta elevate di livello, dimensione e rischiarante luminosità. Meglio se traversando il buio o crepacci di crisi e isolamento, poiché il dislivello genera maggiore energia e intensità.
Un incontro live, quello di mercoledì 22 giugno, consigliato pertanto a tutti gli amanti dei pensieri acuminati e profondi, levigati e scavati da interrogativi talvolta impietosi, senza sconti, com'è giusto che sia del resto quando si è in cerca di un'autenticità di vita. Ed il Nostro, decisamente è in cerca; e mica sta tanto lì a contarsela o a lamentarsi di 'sti tempi smarriti nella vacuità e nell'apparente mancanza di orizzonti alternativi a quelli dati e di già bruciati o occlusi.
Non per niente, parte consistente del suo tempo lo dedica alla terra facendo il contadino: curandosi perciò della nascita, crescita e perpetuazione cangiante della flora, della fauna, della specie vegetale e animale (tra cui v'è, orbene, l'essere umano), puntando a una docile assidua consonanza con ritmi, tempi e manifestazioni della Natura.

Per cui, disporsi ad ascoltare è essenziale. Semina dell'attenzione a Conoscere, Scoprire e Imparare.
Clicca sui seguenti link per:
- una biografia critica dei CCCP/CSI, firmata da quegli idolatri della novità a tutti i costi di "Ondarock" (by Claudio Fabretti e Massimo Spezzaferro)
- Zamboni ricorda un amico: Pier Vittorio Tondelli (...un autografo brano per dare "una mano a incendiare il piano padano"...)
- il Nostro, intervistato negli studi – e si dia un occhio all'archivio delle puntate – di una sparuta radio di montagna (by Ameya G. Canovi per "Radionova" e la testata "RedAcon"... per dire quant'è alla mano il Nostro... Tutto, fuorché una rockstar!)