Dopo annate di complessivo orrore necrotico, benché l'ultima abbia manifestato bagliori d'incoraggiante rinascita (ma ne riparleremo...), è iniziata sotto i migliori auspici la mia Stagione di Spettatore Teatrale 2011-2012: e questo grazie al Laboratorio Permanente dell'Arte dell'Attore diretto da Domenico Castaldo.
Oddio! a leggere titolo e luogo dello spettacolo, a cui sono stato invitato a Torino (città, per eccellenza, di oscure pratiche esoteriche... uuuhhh!), meglio sarebbe stato auscultare (o auuuhhhscultare...) la parte superstiziosa di me e starmene nell'illuministica e illuminata Milano a bearmi delle sue luccicose vetrine, rassicurandomi ai fasti della sua razionale frenesia infra o finesettimanale, tra gli splendori scientisti dello shopping e dell'efficiente aperitivismo.
E invece l'allestimento di WELCOMING - The end of the world all'austero Ex Cimitero Monumentale di San Pietro in Vincoli è stato tutto fuorché sventurato, iettatore o da rabbrividire; e men che meno aridamente razionalista o inutilmente fastoso. Anzi! Ne ricorderò senz'altro l'espressivo rigore e l'effusione radiosa da parte di Castaldo e dei suoi sette addestratissimi performer.

Un mondo oltremodo caotico, rumoroso e prossimo alla fine? – è il quesito che si staglia, frattanto, dalla scena alla (mia) mente – Destinato a finire nel gorgo del suo medesimo dimenarsi senza posa, in difetto di mete chiare e speranze di salvezza?
Si ride durante questa messinscena, bisogna rimarcarlo: aleggia una gioia del gioco teatrale che genera risate e sorrisi, colpendo con verve critica le pretese di credibilità dell'odierna società dello spettacolo.
Castaldo, infatti, recita un riluttante e smarrito presentatore di un presunto show à la 2012 sull'apocalissi universale. Egli è come impaurito dalla tematica e si nasconde; gli altri interpreti ne vanno in cerca, lo scovano, lo snidano e lo pungolano di continuo affinché venga allo scoperto, compia il suo dovere e così lo spettacolo si faccia.
Da lì, si dipana una spirale di situazioni virate volentieri su espressioni e registri comici o ludicamente straniti, oppure cantati e danzati tramite divertite coreografie da discoteca, in cui non mancano le prese in giro alle icone dello showbiz televisivo e politico. Ne consegue una demistificazione ironica tale da smontare e rendere, perciò, decisamente improbabili l'insieme delle vanitose ambizioni di verità e di sublime intelligenza diffuse con leggerezza global dai circuiti spettacolari del sistema mass-mediatico.

Mentre, al contrario, emerge l'umanità pulsante dei performer, intesi – oltre a quanto s'è descritto – a parlare di follia e salvazione, a gridare ispirati brani poetici o a riflettere sulle crisi mondiali e umane; sino all'eloquente epilogo in cui ci si rende conto che, in realtà, non c'è nessuna Fine perché Tutto continua. Sono soltanto le molteplici paure di ognuno di noi – in cui ci si nasconde e in cui dannatamente ci si vive – che, ogni giorno, ci fanno morire sempre un po' di più. Senza fine...
Clicca sui seguenti link per:
- lo sfavillante ed energico cast del sullodato show-concerto (tutti in grado di ben Cantare-Ballare-Recitare e probabilmente anche di far di conto... Insomma: "Bravi, bravissimi / Simpaticissimi, elegantissimi"!)
- una recensione dopo il debutto internazionale in quel del Malta Arts Festival (by Paul Xuereb, il quale "sulloda" meno del sottoscritto ma, in conclusione, rimarca il "good job")
- il Libro dell'Apocalisse (by il giovane Giovanni, prima che lo facessero Santo... Così vi leggete anche un po' di Bibbia che male non vi fa e vi redimete prima della fine...)